La mostra, curata da Marco Scotini, intende focalizzarsi su una delle stagioni più felici dell’attività creativa di Bonalumi (dalla fine degli anni Sessanta fino agli anni Settanta), a partire tuttavia da due lavori meno indagati della sua intera produzione artistica che necessitano di un approccio multidisciplinare per essere esplorati nella loro complessità. Attraverso una ricca selezione di opere plastiche di grandi dimensioni, l’esposizione presenta anche una serie di documenti originali e bozzetti grafici grazie alla collaborazione con l’Archivio Bonalumi di Milano, la Fondazione Cini di Venezia e a prestiti dell’Archivio Storico del Teatro dell’Opera di Roma.
Al centro della mostra Agostino Bonalumi: il Teatro delle Forze saranno infatti le scenografie e i costumi concepiti per il balletto Partita, ideato e coreografato da Susanna Egri con musica di Goffredo Petrassi, e per l’azione coreografica Rot di Domenico Guaccero e Amedeo Amodio, andate in scena rispettivamente al Teatro Romano di Verona nel 1970 e al Teatro dell’Opera di Roma nel 1973.
In questo senso il titolo della mostra fa diretto riferimento alla macchina teatrale come suo oggetto – da un lato, così come – dall’altro – allude alle forze plastiche che ogni lavoro di Bonalumi esibisce e formalizza.
Un vero e proprio teatro di forze è all’opera nei monocromi plastici di Bonalumi. Per questo, all’inizio degli anni Settanta, i due spazi scenici di Partita e di Rot diventano i luoghi per eccellenza della ricerca plastico-dinamica di Bonalumi. Proprio perché vi incontriamo anche forze acustiche, forze coreografiche, luministiche che entrano in un rapporto di mutua dipendenza e simultaneità con quelle plastiche e cromatiche delle sculture dell’artista. Ma questi grandi spazi scenici sono anche un osservatorio privilegiato per valutare lo spostamento di Bonalumi dalla pittura-oggetto all’ambiente plastico, così come sono stati definiti dalla letteratura critica sull’autore.
La mostra Agostino Bonalumi: il Teatro delle Forze intende sottolineare il ruolo centrale del coinvolgimento dell’artista con la macchina teatrale vera e propria.
Attraverso una ricca selezione di opere plastiche di grandi dimensioni, l’esposizione presenta anche una serie di documenti originali e bozzetti grafici grazie alla collaborazione con l’Archivio Bonalumi di Milano, la Fondazione Cini di Venezia e a prestiti dell’Archivio Storico del Teatro dell’Opera di Roma.
A corredo delle grandi opere in esposizione sono presentati in appositi display i bozzetti di scene e costumi e le foto originali delle due rappresentazioni di Domenico Guaccero e Goffredo Petrassi.
La mostra sarà accompagnata da un volume dedicato a queste due esperienze di teatro musicale, che si avvale della collaborazione di esperti di più discipline, musicologi e studiosi di coreografia.